Gambatesa 2
Gambatesa Mappa

Gambatesa sorge su un colle che domina la vallata del Tappino e guarda verso il Fortore, in posizione di controllo su antiche vie di comunicazione tra Molise e Puglia. Il borgo antico si sviluppa sopra le cavità naturali chiamate i ruttë e risale verso la parte moderna del paese. Fulcro del centro storico è il Castello di Capua, maniero di epoca medievale con un ciclo di affreschi del 1550 realizzato da Donato Decumbertino, allievo del Vasari.

Oltre al castello, spiccano le chiese di San Bartolomeo Apostolo e di San Nicola, quest’ultima arricchita da tele riconducibili alla cerchia del Cavalier d’Arpino, dove passarono anche pittori come Guido Reni e Caravaggio. Altri punti di interesse sono la Villa Comunale, con una fontana del primo ’900 e un carrarmato M36-Jackson come monumento ai caduti, e l’area di #DoorsArt, progetto di riqualificazione con pitture artistiche su porte antiche.

Dal punto di vista naturalistico, il territorio comprende il Lago di Occhito, tra i più grandi invasi artificiali d’Europa, con ippovie panoramiche che offrono percorsi a piedi o in bicicletta in un contesto ambientale di pregio.

Sul piano immateriale, Gambatesa custodisce una forte tradizione musicale: le Maitunate, il Festival della Canzone dialettale molisana, due complessi bandistici e, dal 2023, il Vivacissimo Festival di musica da camera, che integra concerti, workshop e residenze artistiche.

Patrimonio

  • image00006
  • Carlo
  • Belvedere Serrone
  • Santuario di Maria Santissima della Vittoria
  • Chiesa di San Nicola
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  • Lago di Occhito 2
  • Castello di Capua
  • Villa Comunale
  • IMG 0459
  • Vivacissimo festival
  • Via Carminale di sotto
  • Madonna delle Traglie

    Foto di Daniele Leonardi

    La Madonna delle Traglie, venerata come Maria Santissima della Vittoria, rappresenta per Gambatesa non solo una figura sacra, ma il simbolo più profondo del legame tra fede, lavoro dei campi e identità comunitaria. Intorno a Lei si intrecciano tradizioni secolari, memoria popolare e una devozione semplice e autentica, tramandata di generazione in generazione.

    Ogni anno, l’ultima domenica di luglio, la statua della Madonna lascia il suo santuario, immerso nella quiete dei campi del Fortore, per essere condotta — secondo un rito immutato dal Settecento — fino al cuore del paese. Questo cammino, che percorre un antico tratturo agreste, diventa un pellegrinaggio collettivo in cui tutto il popolo di Gambatesa rende grazie per i frutti della terra e per le protezioni ricevute.

    A rendere unico questo rito sono le “traglie”, antichi slitte di legno senza ruote su cui, un tempo, si trasportavano i raccolti. Ancora oggi i fedeli portano covoni di grano, pani votivi, strumenti agricoli, piccoli mezzi di lavoro: un’offerta semplice ma carica di significato, che unisce presente e passato. Le traglie avanzano lente, scricchiolanti sulla terra battuta, seguite da trattori, animali e famiglie intere che partecipano con devozione al corteo: un’immagine potente e genuina, che racconta più di ogni parola l’anima rurale del paese.

    La Madonna della Vittoria è ricordata anche per il suo intervento miracoloso durante la pestilenza del 1848, quando, invocata con fede, pose fine ai lutti che affliggevano la comunità. Da allora, il suo ritorno in paese è considerato un momento di protezione e speranza rinnovata.

    La festa si compie poi a Ferragosto, quando il popolo rende omaggio alla Madonna con celebrazioni solenni e momenti di profonda partecipazione religiosa.

    La Madonna delle Traglie non è soltanto una ricorrenza: è la voce della terra, la memoria di un popolo, la forza di una fede che continua a muovere passi, ruote, traglie e cuori verso un’unica, amatissima Madre.

    https://www.roangelo.net/valente/miscgamb.html#Madonna-delle-Traglie

  • Le Maitunate

    Le Maitunate sono una delle tradizioni popolari più rappresentative di Gambatesa, che ogni 31 dicembre si anima di musica, canto e convivialità. Si tratta di stornelli augurali, eseguiti in forma libera e spesso improvvisata, con cui gruppi di cantori e musicisti – le cosiddette squadre – girano per le vie del paese e davanti alle case dei compaesani per salutare l’arrivo del nuovo anno.Questa usanza affonda le proprie radici nel passato: le prime attestazioni risalgono almeno al XVI secolo, quando agli abitanti fu concesso di “andar di notte cantando e facendo musiche”. Nel tempo, la tradizione si è trasformata, mantenendo però intatto il suo carattere di partecipazione collettiva.

    Le Maitunate combinano ironia, critica sociale, augurio e intrattenimento. I cantori utilizzano rime e versi estemporanei per commentare fatti dell’anno, scherzare su personaggi locali o rivolgere messaggi benevoli ai padroni di casa. La cornice musicale, inizialmente affidata a strumenti semplici come organetto e fisarmonica, si è arricchita nel corso del Novecento grazie alla presenza di musicisti locali e strumenti a fiato, rendendo le squadre sempre più numerose e variopinte.

    L’evento inizia la sera del 31 dicembre, con squadre che girano per i vicoli fino al brindisi di mezzanotte; le esibizioni continuano fino al pomeriggio del 1° gennaio. A conclusione, tutte le squadre si esibiscono in piazza davanti a una giuria.

    Oltre all’aspetto festoso, la manifestazione ha un forte valore identitario. Le Maitunate sono un rito di comunità: un momento in cui il paese si ritrova, si riconosce e si rinnova, celebrando il passaggio dal vecchio al nuovo anno attraverso la musica, l’umorismo e il contatto diretto tra persone. Dal 2000 la tradizione è tutelata e promossa dall’Associazione Culturale “I Maitunat”, che ne salvaguarda lo spirito e ne cura la continuità.

    Le Maitunate restano oggi una delle espressioni più autentiche della cultura popolare molisana: una notte unica in cui Gambatesa si trasforma in un grande palcoscenico aperto, dove la musica diventa legame, racconto e festa.

    Per approfondimenti: https://www.maitunat.it/

  • Belvedere Serrone

    Il Belvedere del Serrone si trova lungo il margine nord-ovest del centro urbano, nel cuore del Centro Storico di Gambatesa, nell’area che coincide con il nucleo originario del paese, sviluppatosi nei secoli seguendo la linea di crinale. Via Serrone, immersa nella trama viaria storica, rappresenta il tratto terminale dell’antica strada matrice e conduce a un terrazzo naturale panoramico, riconoscibile per la presenza di un caratteristico crocifisso viario.
    Da questo punto privilegiato si apre una delle vedute più suggestive sul paesaggio circostante: una morfologia prevalentemente collinare, modellata attorno ai rilievi di Toppo della Salandra (364 m s.l.m.) e Toppo della Vipera (383 m s.l.m.), che degrada verso le aree pianeggianti del fondovalle del torrente Succida e del Tappino.
    Il belvedere domina direttamente il costone tufaceo del geosito di Toppo della Vipera, un rilievo omoclinale di interesse regionale situato poco più a nord-ovest dell’abitato, sulla sinistra idrografica del torrente Succida. Toppo della Vipera, unico geosito dell’area, è riconoscibile per il suo profilo fortemente asimmetrico: il versante nord-occidentale, più ripido, si contrappone al più dolce versante sud-orientale, mentre da sud-ovest è ben visibile la ripida scarpata sommitale formata da conglomerati che affiorano per erosione sulle sottostanti argille.
    Le fonti storiche attestano che, in epoca antica, sul territorio oggi appartenente al Comune di Gambatesa esistevano diversi insediamenti abitativi, alcuni dei quali risalenti all’età romana. Ne sono testimonianza i ritrovamenti di monete, sepolture e tratti murari, insieme ai ruderi e alle notizie di fonte ecclesiastica relative proprio agli antichi borghi di Salandra e Vipera.

  • Cappella-Santuario di Maria Santissima della Vittoria

    Il Santuario di Santa Maria della Vittoria è una suggestiva chiesa campestre a navata unica, situata nei pressi del tratturo Castel di Sangro–Lucera, lungo una delle grandi vie della transumanza molisana. Secondo un’antica tradizione popolare, la sua fondazione sarebbe legata alla volontà dell’imperatore Federico Barbarossa, testimonianza del fascino leggendario che circonda questo luogo.

    In origine l’edificio potrebbe essere stato un’Abbazia con annesso monastero. Probabilmente danneggiato dal terremoto del 1279 o da altri eventi calamitosi, il complesso fu ricostruito dalle fondamenta intorno al 1313 per volere del conte Riccardo di Gambatesa. Fino al 1653 la chiesa fu affidata ai Canonici Regolari Lateranensi del Monastero napoletano di Sant’Agnello, i cui abati mantennero il titolo commendatario del feudo di Santa Maria della Vittoria fino al 1781. Il loro stemma, l’Agnello crucifero, è ancora oggi visibile nella lunetta del portale, scolpito con sorprendente realismo.

    L’importanza storica e spirituale del Santuario è testimoniata dalle indulgenze papali concesse nel corso dei secoli: Clemente V nel 1313 e Giovanni XXII nel 1317 — entrambe su richiesta del conte Riccardo — e successivamente Innocenzo XII nel 1694. Segni concreti del ruolo che questo luogo ha ricoperto come centro religioso e punto di riferimento per il territorio.

    Nonostante i vari interventi e rifacimenti avvenuti nel tempo, la chiesetta conserva l’essenzialità della sua architettura rurale originaria, con elementi di transizione dal romanico al gotico ben riconoscibili nella facciata semplice e compatta e nel portale in pietra, caratterizzato da un arco a sesto acuto. L’interno custodisce un pregevole soffitto a capriate lignee e la bella statua della Madonna della Vittoria, risalente al 1714.

    Del monastero annesso rimangono oggi soltanto alcuni ruderi, che testimoniano l’antica presenza monastica e arricchiscono il fascino storico del luogo.

  • Chiesa di San Nicola

    La chiesa è datata tra il XIV-XV secolo e fu eretta sotto il nome di San Sebastiano “fuori la terra di Gambatesa”. Dal 1586 al 1653 fu sacrificata dai minori conventuali di San Francesco chiamati anche “della scarpa”, che risiedevano nel vicino convento. A seguito dei danni causati dal terremoto nel 1688 venne ricostruita nel 1696 e riconosciuta solennemente con il nome di San Nicola.

    La Chiesa di San Nicola è un piccolo gioiello d’arte sacra romanico-rinascimentale, impreziosita da pregevoli tele che ornano le pareti interne tra le quali alcune sono riconducibili alla cerchia di artisti che frequentavano la bottega di Giuseppe Cesari detto “Cavalier d’Arpino” nella cui bottega passarono pittori del calibro di Giuseppe Reni e Caravaggio.

  • Chiesa di San Bartolomeo Apostolo

    La Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo sorge nel cuore del centro storico di Gambatesa, a pochi passi dal castello medievale, ed è da secoli uno dei principali punti di riferimento spirituali e architettonici del paese. L’edificio fu consacrato il 16 luglio 1696 dal Cardinale Orsini, allora Arcivescovo di Benevento, che in seguito sarebbe divenuto Papa con il nome di Benedetto XIII.

    La struttura presenta una pianta a tre navate, scandite da dodici robusti pilastri uniti da archi a tutto sesto. Le sue dimensioni – 34 metri di lunghezza, 16 di larghezza e 11 di altezza – ne fanno una delle opere religiose più imponenti del borgo. A causa delle numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli, non è possibile attribuire alla chiesa un unico stile architettonico definito; nel complesso, tuttavia, emergono elementi riconducibili al gusto rinascimentale.

    Alla fine dell’Ottocento l’edificio versava in condizioni precarie. Durante una Visita Pastorale, il Cardinale Di Rende ne constatò il degrado, ordinò il restauro e contribuì personalmente con una donazione di 1.275 lire. Grazie all’impegno dell’Arciprete don Francesco Di Renzo, alla partecipazione attiva della popolazione e al sostegno del Comune, i lavori durarono sei anni e restituirono alla chiesa il suo decoro originario. Il 6 maggio 1887 lo stesso Cardinale Di Rende procedette alla nuova consacrazione dell’edificio.

  • Lago di Occhito

    Dal punto di vista naturalistico il territorio è impreziosito dalla presenza del Lago di Occhito, uno degli invasi artificiali più grandi d’Europa, il quale segna il confine tra la Puglia e il Molise per circa 10 Km. Una caratteristica e panoramica ippovia costeggia la sponda del lago nel territorio di Gambatesa, offrendo la possibilità di effettuare rilassanti passeggiate a piedi o in bicicletta a contatto con una natura incontaminata in un ecosistema di grande interesse ambientale. L’ippovia è dotata di box per cavalli ed è ubicata in area SIC e IBA. Nel territorio di Gambatesa insistono due ulteriori siti classificati nella mappa Natura 2000, quali Toppo Fornelli e Calanchi Succida-Tappino.

  • Castello di Capua

    Il castello di Capua a Gambatesa è posto sull’altura del colle Serrone, nel cuore del centro storico del paese.

    Il sito gestito dal MIC – Direzione Regionale Musei Molise – è un monumento di grande pregio artistico che presenta al suo interno un ciclo di affreschi completo e ben conservato, eseguito da Donato Decumbertino, allievo del Vasari, nell’anno 1550. Tali pitture sono da annoverare tra le più importanti e complete del Regno di Napoli nel cinquecento.

    Nel XIII secolo, Riccardo da Pietravalle divenne il signore di un luogo che prenderà il nome dal suo difetto fisico: Gambatesa. Nel 1484 il feudo di Gambatesa passò alla famiglia De Capua con Andrea, duca di Termoli. Durante la loro reggenza, i De Capua portarono al feudo un lungo periodo di benessere durante il quale si ebbe un notevole sviluppo delle attività commerciali a cui si accompagnò un forte incremento demografico ed edilizio nell’abitato. L’impronta dei De Capua è visibile nelle trasformazioni apportate al Castello che da severa architettura militare divenne palazzo signorile con sale affrescate in perfetto stile rinascimentale.

    Per approfondimenti: https://www.musei.molise.beniculturali.it/musei?mid=870&nome=castello-di-capua

  • Villa Comunale

    La Villa è il cuore verde del paese. Ospita al suo interno una pregevole fontana dei primi del ‘900 e un carrarmato M36-Jackson della II guerra mondiale quale monumento ai caduti.

  • Area porte dipinte #DoorsArt

    L’area porte dipinte, adiacente al palazzo municipale, è un particolare esempio di Street Art che vede l’apposizione di pitture artistiche per riqualificare vecchie porte di case e cantine di Gambatesa.

  • Vivacissimo Festival

    Gambatesa rappresenta anche un piccolo scrigno di patrimoni immateriali a cui si ricollegano alcuni eventi che rivestono importanza anche a livello extra-regionale.

    In ordine di importanza, è da citare in primo luogo la forte vocazione musicale del territorio testimoniata da una amplissima diffusione della pratica strumentale e canora tra la popolazione di tutte le fasce d’età.

    Dal 2023, infatti, si svolge il Festival di musica da camera che va sotto il nome di Vivacissimo Festival con un ricco programma di eventi musicali, workshop multidisciplinari dedicati alla musica, alla fotografia e all’arte. Il Festival è patrocinato dalla University Mozarteum di Salisburgo e vede la partecipazione di un nutrito numero di musicisti provenienti da diverse nazioni (Corea del Sud, Francia, Libano, Spagna, Cina, Germania). Al Festival è abbinato il Progetto delle Residenze Artistiche: I musicisti soggiornano nel commune di Gambatesa durante tutto il periodo del festival e interagiscono con la comunità per trasmettere il valore della musica e attuare uno scambio culturale e artistico.

    Per approfondimenti: https://vivacissimofestival.it/

  • Via Carminale di Sotto

    Via Carminale di Sotto, parallela di Via Serrone nel cuore del centro storico di Gambatesa, offre un suggestivo percorso che si affaccia sulla Valle del Tappino. Come il vicino Belvedere Serrone, anche da qui è possibile godere di uno splendido panorama sul paesaggio rurale circostante.

CONTATTI

0874 719134

https://www.comune.gambatesa.cb.it/

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